Calcio: Pantaleo Corvino e Carlos Freitas commentano la "faraonica campagna acquisti-cessioni viola Stampa
Scritto da di Paolo Caselli   
Venerdì 01 Settembre 2017 16:35

Calcio: consueto appuntamento in Sala Stampa per commentare il mercato viola

Il commento del Direttore Generale della Fiorentina Pantaleo Corvino a fine mercato.

Con Lui Carlos Freitas; arriverà un nuovo "Scouting" l'ex viola Gianluca Comotto

Cliccate qui per sentire le parole di Pantaleo Corvino

di Paolo Caselli

FIORENTINA, CORVINO: "APERTO NUOVO CICLO"

Firenze- Pantaleo Corvino fa un primo bilancio dopo la rifondazione della Fiorentina: "Abbiamo lavorato in questi tre mesi per aprire un nuovo ciclo e gettare le basi per una squadra che torni ad essere competitiva in Italia e, un domani, anche in Europa".

Arriverà un nuovo Responsabile dello "Scouting" sarà l'ex viola Gianluca Comotto

Circa il 75% dei ricavi delle cessioni sono stati reinvestiti. Il 25% che rimane è servito e servirà al comparto aziendale.

Abbiamo cercato di mantenere una rosa di qualità, tenendo conto di determinati obiettivi: il primo era  quello di prendere un allenatore italiano, votato a ricostruire e riconosciuto da tutti gli addetti ai lavori come professionista di alto livello. Abbiamo pensato anche di italianizzare la rosa il più possibile, tenendo un'età media molto più bassa. Abbiamo tenuto conto dei parametri di un monte ingaggi così da non dover partire ogni anno da meno 38 milioni. Abbiamo lavorato senza sosta. Abbiamo costruito una rosa che nel medio e lungo termine possa dare le basi di una Fiorentina competitiva in Italia e magari anche in Europa.

Dal mese di settembre il comparto sportivo avrà a supporto una persona che aiuterà me e Freitas nello scouting e sarà Gianluca Comotto.

Nuovo ciclo?

Abbiamo capito di dover ripartire da zero, quando ci siamo ritrovati a pensare al futuro. Ad esempio le richieste che arrivavano da parte dei procuratori dei calciatori che portavano proposte di altre squadre.

Vincere qualcosa?

Ero convinto di poterlo fare col gruppo che c’era. Volevamo abbassare il monte ingaggi per tenere il meglio di quello che era il vecchio gruppo. Ci sono stati diversi giocatori che ci hanno chiesto di andare via anche se  nostro desiderio era quello di trattenerli.

Ci sono altri però che non hanno detto basta col nostro progetto come Sportiello, Badelj, Astori, Chiesa, Babacar e la nostra dirigenza ha apprezzato molto questo loro desiderio. Ci siamo sforzati a prendere  difensori come Hugo, Pezzella e Milenkovic. A centrocampo ripartiamo da Badelj e Saponara, a loro abbiamo aggiunto Eysseric, Veretout e Benassi. Sugli esterni abbiamo tenuto Chiesa e preso Gil Dias.

In attacco abbiamo preso un giocatore come Simeone che era cercato da tutti. In certi ruoli migliorare è veramente difficile. I risultati ci diranno a che punto siamo.

Quest’anno lo scouting è stato indirizzato verso certi paesi. Non sono scelte figlie di analisi solamente mie e di Freitas, ma del momento in cui viviamo. Abbiamo guardato al mercato dell’Ovest, soprattutto a Portogallo e Francia. Dall’Est abbiamo preso Hristov, Milenkovic, Graiciar e Vlahovic.

Sui No che avete ricevuto?

La Fiorentina non ha perso certo appeal. Lo ha perso un certo mercato all’interno del quale ci siamo anche noi. Il calcio italiano è appetibile verso quelle squadre che possono attirare il maggior numero di tifosi, squadre che si trovano in un momento particolare e che magari sono al centro di un ciclo e possono fare uno strappo alla regola. Milan e Inter, per fare nomi, hanno avuto entrate da lontano e questo ha permesso loro di fare certi acquisti.

I soldi delle cessioni che non sono stati investiti?

Le società di calcio devono essere gestite come un’azienda. Ci sono comparti che devono essere sostenuti da altri comparti. Il 25% delle entrate delle cessioni vanno alle altre aree aziendali. Abbiamo preso giocatori giovani pensando al medio-lungo termine. Abbiamo speso 15-16 milioni per questi giovani, magari avrei potuto prendere qualcuno per la prima squadra senza pensare in termini di futuro. Noi abbiamo ragionato in un altro modo, ma per la prima squadra, abbiamo preso undici giocatori. Quei 9 milioni di giocatori presi con obbligo di riscatto come Maxi Olivera, Cristoforo e il riscatto di Sanchez vanno calcolati su un solo bilancio, non sbagliamo a metterli due volte.

Il rinnovo di Badelj?

Adesso era il tempo di pensare agli acquisti e alle cessioni, in futuro parleremo anche di altre questioni.

 

La Fiorentina a tutti gli effetti conta su entrate intorno ai 90 milioni di euro. Abbiamo speso 16 milioni di investimenti e 50 milioni per il presente, mentre ci sono società che investono queste cifre per un solo investimento. L’altro 25% deve sostenere l’azienda per non dover fare altri debiti che poi andrebbero a ricadere in futuro anche nel comparto sportivo. Azzerando tutto siamo partiti programmando così.

Nel calcio, poi, ci sono delle storture. Ad esempio la regola dei soli due extracomunitari ci impedisce di andare in tutto il mondo a cercare talento. Un’altra stortura è quella di tenere a galla il calciomercato a campionato iniziato. Questo è un problema che riguarda non solo gli allenatori, ma anche i direttore sportivi. Tutto si fa all’ultimo, ma non certo per colpa della Fiorentina. Noi quest’anno abbiamo annunciato un nuovo ciclo e abbiamo avuto difficoltà. Ma anche a pieno ciclo si deve aspettare la fine del mercato per chiudere tutte le operazioni. Per non rischiare di non acquistare alcuni giocatori abbiamo dovuto accelerare e magari non abbiamo colto altre occasioni, ma non potevamo trovarci senza giocatori. Noi siamo partiti per un nuovo ciclo e siamo stati condizionati anche da alcune cessioni. Abbiamo comprato Simeone senza vendere Kalinic perché non potevo aspettare. Ma non può essere così per tutte le situazioni.

Obiettivi?

Abbiamo cercato di italianizzare la rosa, abbassare l'età media cercando di rimanere competitivi.

La proprietà ha a cuore la Fiorentina come ogni tifoso. So che ci sono molti che gettano veleno su di noi senza motivo. Ma mi rivolgo ai tantissimi tifosi che amano la squadra, e dico che noi ci sforziamo di fare il meglio. A volte però ci sono situazioni in cui qualcuno dice basta. Apprezziamo chi ci mette la faccia, non apprezziamo chi usa altre forme. Quei giocatori che decidono di andarsene operano le loro scelte e non possiamo non tenerne di conto.

Questo è  il decimo anno che sono alla Fiorentina e la mia proprietà, Diego Della Valle, in prima persona, mi è stata vicina come mai. Questo a dimostrazione di quanto abbiano a cuore le sorti della Fiorentina. A volte però per fare questo serve programmare. Abbiamo finito un ciclo. Con molto coraggio siamo ripartiti da chi si sentiva addosso la maglia. Abbiamo apprezzato chi ci ha detto di sì come qualcuno di coloro che ci hanno detto di no. La proprietà ha a cuore le sorti della squadra e lo dimostra investendo 16 milioni di euro per il futuro, non per qualche sconosciuto.

Si poteva prendere un grande nome, ma noi stiamo cercando di programmare nonostante le critiche che riceviamo.

Il progetto di Diego Della Valle?

L’obiettivo è quello di ripartire con un nuovo ciclo. Sono andati via dei nazionali, ma a sostituirli ci sono Sportiello, Hugo, Pezzella, Milenkovic, abbiamo tenuto Badelj e Saponara, preso il capitano dell’Under 21 Benassi, più Veretuot ed Eysseric, abbiamo preso Gil Dias che è un nazionale Under 21. Abbiamo preso un giocatore come Thereau che ha segnato spesso negli ultimi anni. Non si investono 16 milioni di euro su illustri sconosciuti se non si ha voglia di crescere. Poi abbiamo investito per Benassi che è molto giovane, per Simeone che era cercato da mezza Italia. Non vi chiedo di essere comprensivi, ma abbiamo lavorato secondo l’input della società che ha a cuore la Viola. Anche io mi sento tifoso e amo la Fiorentina. Voglio fare il meglio, come la mia proprietà. Abbiamo fatto errori in passato, ma ci sono stati anche dei benefici. Ripartiamo tutti insieme, ne abbiamo bisogno.

Il suo contratto?

Non è importante. Faccio questo lavoro da 42 anni, mi sento alla fine di un viaggio ma ho ancora tanta voglia. Questo viaggio finirà non perché ho un contratto. Mi hanno detto che andrò in pensione quando Diego Della Valle andrà via, ma la mia vita nel calcio non dipende certamente da un contratto. Se non si è arrivati in Europa per tre punti forse la colpa non è stata solo di Corvino.

Il caso Gazzoni Frascara?

Non è una cosa in cui sono coinvolto.

I no che non ci sono piaciuti?

Quando finisce un ciclo ne va iniziato un altro. Quando qualcuno di questi ha detto basta c’è chi lo ha fatto in maniera indiretta. Spero che tante regole del mercato, che sono figlie di certe storture, possano essere cambiate nel giro di poco tempo.